24 nov 2009

La preghiera è utile o dannosa? Può esistere una spiritualità senza la religione?

Ciao,
un amico mi ha inviato un commento ai due precedenti post. Lo incollo qui, inaugurando di fatto un nuovo argomento (molto interessante, direi). Se avete problemi nell'inserire commenti insistete, perchè tre miei amici ci sono riusciti (o scrivetemi su facebook, mi chiamo Luca Nuzzi).
Ringrazio tantissimo Christian per l'utile contributo, che implica profonda riflessione a 360° da parte mia. Avrei da ribattere (per esempio sarei subito tentato dal chiarire il termine 'misticismo', usato forse in modo inesatto) ma mi prendo - al solito - qualche giorno per rispondere; mi ci metterò su nel week-end probabilmente. Stavolta la questione sembra dunque più complessa ma molto interessante, ed impegna su più fronti. Per alcuni di voi potrebbe essere una sorpresa sapere cosa penso al riguardo... In ogni modo si esige davvero, da parte mia, un grande sforzo filosofico e grande dispendio di risorse emotive, intellettuali e didattiche per rispondere nella miglior maniera possibile. Cercherò comunque di farlo in maniera coincisa e chiara, rimandando però a testi ed autori ben più autorevoli di me (per chi volesse approfondire l'argomento, diciamo).

Intanto vi incollo qui il testo e attendo ansiosamente vostri commenti, anche per facilitarmi la focalizzazione di alcuni aspetti rispetto ad altri.


Articolo di Christian:

Volevo solo abozzare un paio di provocazioni relativamente a spiritualità e preghiera, che dici di considerare diversamente dalla religione.

Ma vi possono essere spiritualità e preghiera non corrotti dalla religione? Non è la religione presupposto per entrambe?

A mio avviso per essere immacolata la spiritualità dovrebbe essere slegata dal misticismo, in quanto ciò che è mistico esiste per fingere, traviare, nascondere la verità. È possibile una spiritualità demistificata? La si può chiamare con lo stesso nome? O forse si finirebbe per chiamarla razionalità, o parallelamente "sentimento morale"?

Che cosa salveresti della preghiera?
Il contatto col divino non è forse anch'esso traviante?
Chiedo a dio di aiutarmi in qualcosa perché?
Perché ci rinuncio, non credo in me. La preghiera è spesso una scusa per non provare nemmeno a fare qualcosa per risolvere un problema, diventa la giustificazione dello status quo, l'accettazione dei soprusi, la rinuncia a se stessi, negazione di sè, mortificazione di sè. Dio può, senza dio non posso far nulla, la libertà non esiste, il libero arbitrio non esiste perché non siamo nulla senza dio, quindi prego. Pregare diventa negare, pregare diventa abnegazione, limitare le proprie possibilità a possibilità subumane.

Se invece prego per cercare la vicinanza a dio, non prego forse perché rinuncio alla ricerca, aspettando una risposta dall'alto - risposta che poi non arriverà-? Si ripete similmente lo svuotamento di sè e lo svilimento dell'uomo, delle sue possibilità, dei suoi valori.

La spiritualità ha valore solo se secolarizzata, se si intende qualcosa che io chiamerei "sentimento morale"; diversamente porta al traviamento, al perdere la propria "anima" (mi si passi ugualmente il termine).

La preghiera non serve a migliorare la propria condizione e non serve a migliorare se stessi . E' invece indice di rinuncia a migliorare la propria condizione e di negazione dell'uomo.

-- Christian Paolo Piazza --

22 nov 2009

Le mie convinzioni sulla reliquia e sulla religione. Risposta alle obiezioni di Salvo.

Rispondo a Salvo (vedi post precedente):

Io non detesto nè sbeffeggio la spiritualità dell'uomo, mi accanisco contro ben altro. Il fatto per esempio che da 'segno' e 'ricordo' (che dovrebbe solo RIMANDARE ad altro) la reliquia diviene un oggetto di culto a sè stante, lontanissimo da tutto il resto dell'enorme messaggio etico di Gesù. La reliquia, così come il recarsi nei luoghi sacri, diviene gesto sacro e buono di per se stesso (un classico: "andare da Padre Pio almeno una volta all'anno" basterebbe, nella testa di molti, a salvarsi e a sentirsi a posto con la coscienza). E quindi da 'adorazione' diventa spessissimo 'venerazione'. Il Papa, nella testa di molti, non è visto come 'ministro di Dio' ma come Gesù/Dio stesso. La calca di gente che tenta di toccarlo ne è la prova: è un idolo egli stesso, non un testimone di altro.

La questione del termine "tribale" (che so cosa significa): voleva essere, effettivamente, una provocazione di ampio respiro: dal 1492 in poi erano reputate inferiori tutte quelle popolazioni 'tribali', per cui il termine s'è andato connotando negativamente e si è contrapposto al 'sano e moderno' progresso (fatto di piombo e Inquisizione). A proposito: nessuno ha alzato un dito quando l'Inquisizione impalava presunti infedeli nel nome di Gesù (!), quindi sei ingenuo a chiedermi:

"in nessun passo delle Scritture vi è un divieto di venerare "altro Dio"; se non fosse così, come mi spieghi il pullulare di madonne, santi, beati e martiri in tutto il cristianesimo senza che nessuno abbia mai alzato un dito!?"

E chi doveva alzare un dito contro la venerazione? Gli stessi che chiedevano soldi per 'spostare' i defunti dal purgatorio al paradiso? O coloro che terrorizzavano la gente con Torquemada e le torture? Si noti bene dunque che nella religiosità di molti spesso Gesù è SPARITO per lasciar posto a una fila smisurata di santi e madonne. Sia detto peraltro tra le righe: la verginità della Madonna pare sia frutto di un errore di traduzione di Matteo (che traduce l'ebraico 'alma-giovane donna' nel greco 'parthenos-Vergine'). Per quanto riguarda l'esistenza storica di Gesù ho letto argomentazioni di segno opposto, che indicano in Gesù il confluire di diverse figure mitologiche perite all'età di 33 anni molto simili al Cristo. In ogni caso, chi mi assicura che facesse miracoli? Inoltre, a proposito dell'idolatria:

- "Non farti scultura [idolo], immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra.Non ti prostrare davanti a loro e non li servire" (Deuteronomio, 5:8)

- "La vostra scelleratezza vi sarà fatta ricadere addosso,voi porterete la pena della vostra IDOLATRIA,e conoscerete che io sono il Signore" (Ezechiele, 23:49)- "Perciò, miei cari, fuggite l'idolatria" (Corinzi, 10:14)

- "Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, IDOLATRIA, stregoneria, inimicizie..." (Galati, 5:20)

- "affinché non vi corrompiate e non vi facciate qualche scultura, la rappresentazione di qualche idolo, la figura di un uomo o di una donna" (Deutoronomio, 4:16)

Eccetera... E infatti il mio prof. di Studi Ebraici, ebreo, è indignato verso il cattolicesimo (sia per l'errore della traduzione "vergine" sia per l'idolatria dilagante). Per quanto riguarda le Forze Armate la Chiesa secondo me non dovrebbe nè benedirle nè maledirle. Perchè infatti NON E' SUO COMPITO interferire in fattori così terreni. Deve dare linee-guida, non sottoscrivere (implicitamente) la giustezza di un ordine sociale. Dovrebbe lavorare per la carità e per la giustizia sociale (dove, guarda caso, verrebbe meno drasticamente il bisogno di eserciti e di contenimento della violenza). Così facendo invece giustifica di fatto uno stato di cose presenti anzichè lavorare per il vero progresso della spiritualità e un messaggio di fratellanza e pace. Quale fratellanza giustifica e benedice? Quella delle bombe che abbiamo messo noi in mano agli africani e agli asiatici e che ora vogliamo impedire che facciano del male e provochino genocidi di massa? La Chiesa dovrebbe lacrimare, essere costernata ed esterrefatta dinanzi alle 'maniere forti', chiedendosi perchè ciò sia necessario e cosa lei può fare affinchè ciò non accada. E' un'interrogazione profonda ed antropologica.. non che va là col dito e spennella acqua santa sulle divise (Dio santo, su delle DIVISE! Ma del resto figuriamoci, la casta sacerdotale vive di gradi, gerarchie ed uniformi varie).

Hai ragione tu, ognuno è libero di vivere il proprio culto, no problem. Infatti non ce l'ho con mio fratello che è buddista, ce l'ho con chi deforma/manipola/snatura un credo potenzialmente bellissimo per farne un manicomio disastroso. Il problema è che io tento di proporre una battaglia di ricerca critica della verità (da filosofo e umanista), per cui trovo assurdo costruire impalcature su impalcature a partire da travisamenti, errori di traduzioni, suggestioni e illogicità (spesso fantascientifiche o, peggio, ANTI-scientifiche). Lo sapevi che in alcune scuole americane c'è l'ora di Creazionismo anzichè quella di Evoluzionismo? Lo sapevi che, per ogni perplessità E PER GLI ARGOMENTI PIU' DISPARATI, filosofici e meno filosofici, il credente (quando è in cattiva fede o comunque con ingenuità) si rifugia sempre in un sorriso accompagnato dalla frase "e che c'entra, qui ci vuole fede" (anche quella nel Fuhrer era una fede: voglio dire, magari non creiamo danni, però siamo ciechi e accettiamo supinamente come VERITA' ASSOLUTA una roba ereditata culturalmente e mai messa in discussione).
Io credo che si possa pervenire ad una fede di qualche tipo, ma comunque dopo un percorso di ricerca interiore, letteraria, dialogata.. non così alla cazzo. Io sono stato credente, ma poi ho riflettuto a lungo (rifletto tuttora quotidianamente) e so che non è facile rifugiarsi nella fede nè TANTOMENO nell'ateismo (che poi una volta mi sono sentito dare del 'vigliacco' perchè ero ateo.. invece credo che il 'vigliacco' e 'pigro' sia chi si rifugia comodamente credendo che basti il Decalogo dei comandamenti a fare i bravi e a non sbruciacchiare nelle fiamme eterne).

Chiudo citando dalla rivista "Non credo":

Deismo, teismo, panteismo, agnosticismo, ateismo sono "ismi" che appartengono al legittimo ed anche colto mondo delle opinioni personali, non verificabili nè dimostrabili, ma cui ognuno può liberamente accostarsi ritenendola giusta per lui. Quale che sia questa opinione, finchè resta una visione di speranza individuale non fa alcun danno, anzi contribuisce al grande dibattito individuale. Il danno avviene, ed è grande, quando si passa all'associazionismo e colonialismo ideologico di massa che, avvalendosi del potere che detiene, come avviene nelle religioni istituzionalizzate e gerarchizzate, pretende di convertire o reprimere le libere opinioni altrui. Il pensiero umano dovrebbe restare avventura, presa di rischio, inseguimento di un ideale, amore pervasivo che non può essere ridotto a passiva infantile obbedienza a dogmi, cleri, libri e dicitur.
[Come nell'esempio ben documentato da "Jesus Camp" - documentario disponibile su Youtube e sottotitolato in Ita -, molte confessioni religiose, a diversi livelli e con modalità differenti, impongono] riti di iniziazione e condizionamenti psichici fin dalla più tenera età, che pretendono obbedienza e che troppo spesso perseguitano il dissenso. Invece l'etica collettiva e la morale individuale non provengono da queste organizzazioni bensì dal profondo del cuore degli umani, dal vibrare dello spirito, dalla empatia dei sentimenti: questi sono però traguardi laici, della nostra specie e del suo patrimonio filogenetico e non vi è necessità di mediazioni, oltrettutto così diverse ed incompatibili e ostili tra loro (quali sono le religioni istituzionalizzate). [Le religioni possono - in rari casi - contribuire ad una crescita individuale autentica, ma in tantissimi casi sono] controproducenti nel percorso di automaturazione dell'etica e del messaggio morale".

Concludendo dunque il discorso, credo di aver fatto una panoramica (certamente non esaustiva) su numerose questioni fondamentali e su alcune mie convinzioni. Il problema del dogma è, sostanzialmente, quello di radicarsi (in quanto appunto è 'dogma'), fino a incancrenirsi ed assumere una natura ALTRA rispetto a quella iniziale. Il dogma rallenta o impedisce il percorso (che è progresso ma anche, purtroppo, regresso) dello Spirito delle epoche. Tale Spirito forse non ha direzione (contrariamente alla concezione hegeliana), ma la religione si fissa su un Evento (o pseudo-tale), cercando in alcuni (pochi e illuminatissimi) casi di scavarvi a fondo per reperire un senso, una crescita; nella stragrande parte dei casi è però stasi, incurvamento, cecità... dogma, appunto.

31 ott 2009

Obiezione corposa al mio precedente blog (sulla testa della Santa)

Salvatore, un ragazzo che conosco di persona, è un mio amico meridionale (come me) e che, da meridionale, sicuramente avrà vissuto di persona molti moldi particolari di vivere la religione (soprattutto al Sud). Per cui sono felice che abbia scritto un'interessantissima e corposa obiezione al post precedente su S. Caterina. Lo riporto di seguito, perchè lui non c'è riuscito (a proposito, se avete problemi a postare i commenti contattatemi su Facebook):

-- L'esposizione di reliquie, religiose o pagane, non ha nulla a che fare con l'estetica: il significato e l'importanza di una reliquia è altrove, e credo vada rispettata, qualsiasi sia la sua natura; non farlo sarebbe non rispettare i fedeli. Ti invito ad informarti meglio sui millenni di storia in merito, soprattutto per capire che la venerazione delle reliquie è insita nelle consuetudini consolidate di numerosissimi popoli e non un evento limitato alla sfera cristiana.
Il termine "tribale" non è affatto offensivo (è organizzazione sociale in tribù o al massimo la cultura delle società tribali...punto!); cosa c'entrano i cacciatori di teste con l'Africa? altro errore assurdo è la confusione tra "venerazione" e "adorazione, che conoscono anche i bambini di 10 anni: in nessun passo delle Scritture vi è un divieto di venerare "altro Dio"; se non fosse così, come mi spieghi il pullulare di madonne, santi, beati e martiri in tutto il cristianesimo senza che nessuno abbia mai alzato un dito!? diverso è il discorso per i musulmani, per i quali sappiamo che è addirittura vietato alcun tipo di raffigurazione della divinità.
sulle forze armate: non è che si benedice l'esercito in quanto corpo o in quanto "arma" per annientare gli infedeli...si benedicono le persone che fanno quel lavoro, spesso anche rischioso per la vita. inutile star qui a parlare di trattati internazionali o della disciplina dell'uso della forza, ma in generale non penserei alle forze armate esclusivamente come a coloro che fanno guerre e ammazzano: fanno anche molto altro, basti pensare agli agenti di scorta o ai caschi blu (che fanno peacekeeping).
infine, Gesù è esistito ed è un FATTO storico; non è assurdo vivere in questo modo il culto...poiché nessun modo di vivere alcun culto è assurdo..va accettato e capito, soprattutto per rispettare chi professa. ti scrive uno ke non crede (e soprattutto non ha simpatia per queste vivisezioni o cmq in generale per la fede vissuta in questo modo). il punto è ke il tuo articolo, nonostante abbia il fine di "aprire le menti" di fedeli e non, rischia di porre dei paraocchi: tutto è scritto in un'ottica troppo ristretta, senza saper bene di cosa si parla e soprattutto con l'unica aspirazione di criticare (o meglio sbeffeggiare).
p.s. = non avevo tempo (né voglia, visto anche che viviamo a 2 passi) di approfondire meglio ciò che intendevo dire e forse dal modo in cui ho scritto non è stato chiaro il bersaglio della mia critica. magari ne parleremo da vicino ---

Questo è il suo commento. Io ovviamente avrei di che rispondere, però aspetterei per qualche giorno l'intervento di qualcun altro, dopodichè inserirò le mie idee.

Un caro saluto,

Luca

29 ott 2009

Quando il cattolicesimo perde la testa... per una testa (e non solo per quella).

Sono stato a Siena di recente e ho visitato la basilica di San Domenico.
Mi aggiravo per l'edificio in rispettoso silenzio (ci tengo a dire: rispettoso più verso le persone in preghiera che verso l'edificio e il suo presunto 'padrone di casa').
In ogni modo, ho notato una comitiva accalcatasi affannosamente in un punto particolare della chiesa. Guardando meglio ho intravisto dietro di loro una cappelletta, con tanto di ringhiera in ferro per tenerli a debita distanza. Ho cercato allora di capire di cosa si trattasse, visto l'evidente interesse mostrato da questi turisti e visto che un'apposita recinzione circondava la zona. Mistero svelato: era la teca con la testa di S. Caterina. Una vera 'sciccherìa' di reliquia, devo ammettere...

Vi dò ora alcune informazioni sulla sacra testa (fonte: http://www.caterinati.org/luoghi_reliquie.htm)



La testa di S. Caterina è la reliquia più importante, conservata in San Domenico. Fu staccata dal corpo nel 1831 per volere di Papa Urbano VI. Nella celletta della santa sono conservati anche il sacco che contenne la testa, il pomo del bastone cui la santa s'appoggiava e la lampada che spesso usava (delle specie di reliquie 'per osmosi', direi).
Per quattro anni la testa rimane in un armadio della sacrestia della basilica, ma poi si decide di renderle i giusti onori: nel maggio 1835 una grossa processione condusse ufficialmente la testa nel posto che le spettava (che non era evidentemente il resto del corpo, bensì la cappelletta costruita all'uopo).
Non è tutto: anche il suo dito è conservato in San Domenico, col quale si dà tuttora la benedizione alle Forze Armate in occasione delle Feste internazionali in onore della santa.
Ulteriori reliquie sono le cordicelle con le quali la santa si auto-disciplinava e il busto in bronzo che contenne la testa per anni. Qui cito testualmente il sito perchè è splendido (!) :

"Questa reliquia [ il dito] , insieme alle cordicelle con le quali la mantellata senese era solita disciplinarsi e al busto in bronzo che per tanti anni ha contenuto e protetto la testa, è conservata nella teca posta nella parete destra della Basilica, teca che attualmente è stata tolta per far posto ad un'altra, di artistica realizzazione, opera dell'architetto senese Sandro Bagnoli, dove troveranno migliore collocazione sia il dito che le altre reliquie della Santa; questa realizzazione è dovuta alla sensibilità dimostrata dalla dottoressa Laura Martini della Soprintendenza dei beni artistici e alla perseveranza del parroco Padre Scarciglia"

In una chiesa veneta c'è poi il piede della santa, mentre nel Duomo di Siena troviamo una costola, che però è stata donata (con spirito di carità cristiana, direi) ad un santuario in Belgio. Il suddetto santuario, per la verità, aveva già in suo possesso una santa reliquia di Caterina: una scaglia della sua scapola. Tuttavia gli mancava comunque il 'pezzo da novanta', ovvero la testa in 'ossa ed ossa' della santa. E dunque hanno "tagliato la TESTA al toro", pensando bene di riprodurre la capoccia della beata in scala ridotta e usando la cera. Si legge sul sito, cito testualmente: "[...] una testina in cera raffigurante la Santa".

Bontà loro.

Di cose da dire ne ho tante, ma sarò breve, lasciando spazio ai commenti (spero numerosi). Innanzitutto è esteticamente orrenda l'esposizione di una testa, soprattutto perchè è in parte scarnificata e mostra porzioni di sottocute. Sulla "sensibilità artistica" della sovrintendente ai beni culturali di Siena non mi pronuncio...
In secondo luogo, è possibile mai definire 'tribali' i culti degli aborigeni, quando poi nel fantastico ed avanzato mondo occidentale contemporaneo rimaniamo meravigliosamente simili ai 'cacciatori di teste' africani? E poi: il paganesimo non dovrebbe essere tenuto fuori dal culto cattolico? Nell'Antico e nel Nuovo Testamento, che io sappia, non si ravvisa mai alcun invito alla venerazione di idoli (o di 'pezzi' di qualcuno o qualcosa). Anzi, tutt'altro.
Per quanto riguarda la benedizione delle Forze Armate, impartita col 'sacro dito' di Santa Caterina, direi che innanzitutto sono curioso di assistere a questo sventolamento di dita mozze. E poi vorrei far notare che si vanno benedicendo LE FORZE ARMATE, proteggendo e glorificando in tal modo gli eserciti, le armi e il loro utilizzo (seppur a difesa di un popolo). Non solo dunque esse vengono legittimate, ma perfino 'rinforzate' idealmente per mezzo della salvaguardia divina impartita dai celebranti, ministri del culto. Francamente non ho tempo (nè voglia) di reperire i passi neotestamentari opportuni, ma sono sicuro che Gesù non sarebbe stato dell'opinione che una spada andava 'unta' divinamente, non credete?
Mi rivolgo ai credenti: non trovate ASSURDO questo modo di vivere il culto, soprattutto un culto il cui esponente di spicco è Gesù Cristo? Gesù Cristo che, esistito o no, è una figura comunque assoluta ed essenziale nella storia del pensiero e dell'etica. E che mai, dico mai, avrebbe condiviso tutto ciò ed altre amenità tipiche del cattolicesimo. Non serve essere esperti dell'ortodossia per sostenere quello che sto dicendo. Tra il resto sfido chiunque a sostenere il contrario.

Ad ogni modo, l'invito che rivolgo ai credenti è di "usare la testa" (possibilmente la propria testa e non quella dei santi).

Un abbraccio.

Ps: un ringraziamento doveroso va a Francesca, la quale mi ha fatto effettivamente notare la scabrosità di una testa esposta alla pubblica venerazione. Di qui l'idea di postarlo sul blog. Inoltre, sempre lei, mi ha fatto notare uno strano fenomeno, da lei stessa battezzato 'reliquia per osmosi': tutto ciò che entra in contatto con la persona santa o coi suoi organi viene reputato a sua volta 'santo'. Mutande incluse. O no?

18 ott 2009

Il "non-credente", questo sconosciuto...

Il "non-credente" è un cittadino non necessariamente agnostico o ateo o anticlericale, nè è non spirituale o non sentimentale, nè è edonista o cinico o iperrazionalista. I non-credenti sono cittadini che nel rispetto delle leggi, dell'etica condivisa e della solidarietà umana optano responsabilmente per la cultura del dubbio, per la consapevole autonomia della coscienza e per la libertà di pensiero. Egli è un cittadino leale e trasparente che non ha altri padroni se non la propria coscienza ed il proprio paese e che pertanto non si troverà mai nel pericoloso conflitto di dover scegliere fra essi e gli interessi di una religione e di un clero, quali che essi siano.
Il non-credente può ritenere valido il messaggio di Gesù, ma ricorda anche che Confucio aveva detto tutto ciò che c'era da dire già 550 anni prima: "Non fare ad altri ciò che non vuoi sia fatto a te".
Egli si sente vicino a Freud quando costui sostiene che "la nostra scienza non è un'illusione. Sarebbe invece un'illusione credere di poter ottenere da altre fonti ciò che essa non è in grado di darci".
Egli pensa, come Locke, che "nessuna tesi vada sostenuta con convinzione maggiore di quella concessa dalle prove su cui si fonda".
Egli si sente vicino all'ebreo Einstein quando afferma: "per me la religione ebraica, così come tutte le altre religioni, è l'incarnazione delle superstizioni più infantili, e la parola "dio" non è altro che l'espressione e il prodotto della debolezza umana".
Egli crede ciò poichè condivide il dhammapada buddista nel quale si afferma che "i fenomeni della realtà hanno la mente come inizio, la mente come essenza e sono costituiti da mente. Tutto ciò che siamo è generato dalla mente". E spera che Stuart-Mill abbia ragione quando sostiene che "su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l'individuo è sovrano".
Il non-credente rabbrividisce, pertanto, dinanzi all'affermazione di Pio XI: "gli ebrei sono cani e questi cani sono troppi a Roma nei nostri tempi, li sentiamo guaire per le strade e ci disturbano in ogni dove".
Il non-credente crede nella razionalità e nella forza della mente e dei progressi del pensiero, per cui si commuove, esterrefatto, dinanzi alle parole d'addio di Piergiorgio Welby: "Comunque addio, signori che fate della tortura infinita il mezzo, lo strumento obbligato di realizzazione e di difesa dei vostri valori".
Il non-credente diffida delle credenze ereditate ed abitudinarie, poichè - se Nietzsche ha ragione - occorre stare attenti al fatto che "l'abitudine è la nostra natura: chi si è abituato a credere, crede a tutto".
Il non-credente spera, in ogni modo, che l'assenza di Dio non preluda all'abisso, ma auspica, come il Buddha, "che tutti gli uomini siano felici e sicuri e trovino la gioia dentro di sè" e "che l'uomo non si lasci intrappolare in varie filosofie, ma dimori nella legge morale e nella conoscenza".
Il non-credente si concede il lusso (che lusso non è, ma ha ancora i contorni di una militanza ostracizzata) di dubitare del fatto che "i ciechi vedano, gli zoppi camminino, i lebbrosi siano mondati, i sordi odano, i morti risorgano".

(spunti tratti da "Non credo", bimestrale di cultura laica, anno I - n° 1, sett./ott. 2009).

15 ott 2009

Poesia ispirata dal pensiero di Heidegger (scritta l'anno scorso)

Ciao, volevo aprire le danze con una poesia a me cara, scritta l'anno scorso. Mi piaceva il pensiero di condividere umilmente questa mia modesta produzione con voi. Buona lettura.

VITA AUTENTICA

La vita autentica (sì spesso trafitta!)
esige sforzo, coraggio, audacia,
ero pungente, spinoso, acacia,
oggi mi sento foglia sconfitta

I dieci gesti, gli stessi ogni giorno
rimanderanno il crack della mente
ma non son mai stati miei - mai! - per niente,
non sono un cane, io a casa non torno…

La preferenza, i tuoi gusti, ogni usanza:
è solo danza in assenza di senso
il solo ammetterlo ti crea uno scompenso?
come non detto.. non ha importanza.

Dannate formiche, enti tra gli enti,
indaffarate a far scorte invernali
di televisori a duecento canali,
viste da qui ora siete divertenti

Mi scopro sordo al richiamo insensato
mollo gli ormeggi ad ogni tramonto
ma l'alba dopo mi sento già pronto
dormite voi, ch’io navigo eccitato

Ventisei anni che studio l'orizzonte
ma il mio binocolo ormai mi confonde
il mio equipaggio? L'ho perso nelle onde:
seguiva dio, il dio camaleonte

Compagna morte, fraintesa, tradita…
scordan l’angoscia scegliendo il fragore,
dicono: “sai.. si vive.. si muore..”
credon di vincere - illusi - la partita

Mimetizzarsi per sopravvivere
non è una scelta, è istinto naturale
e ognuno prova a salvarsi, da animale.
ma a me sbranatemi: son qua fermo a scrivere.

14 ott 2009

Confrontarsi col nichilismo

E' un'epoca nichilista, sono d'accordo con Galimberti.
Nei Frammenti postumi Nietzsche notava che "Nichilismo" indica una mancanza del 'fine'; mancanza di risposta al 'perchè?'. La parola annuncia e descrive che i valori supremi perdono ogni valore. Non è detto che, a priori, ciò sia negativo. Esistono, a mio avviso, valori che possono e devono cedere il passo ad altro, incluso il 'nulla'. E dal nulla si può riemergere con altro (tradendo forse la prospettiva nietzschiana, la quale di certo non auspica un crollo dei valori a favore di altri valori, che sarebbero solo l'ennesimo specchio della classe/cultura dominante di turno).
Crediamo di avere risolto ogni nostro problema, anzi crediamo di sguazzare nel benessere perchè siamo nell'epoca della tecnica. Essa però è entrata in profondo conflitto con il primato che l'uomo aveva assegnato a se stesso nella storia dell'essere. L'uomo è stato scaraventato e quasi costretto a prendervi parte. Ma le domande di senso restano inevase: non rientra tra le competenze della tecnica trovare risposte a certe domande (che poi sono quelle che più stimolano la filosofia).
Manca un futuro come promessa, per svariate ragioni tra cui il crollo delle ideologie (degli "ismi" ) e di una cultura religiosa molto spesso abitudinaria e cieca, ma senz'altro rassicurante. Il problema peraltro è che la 'morte di Dio' rischia di portarsi dietro la morte del 'senso del sacro' e di una sana spiritualità. E questo io lo temo particolarmente. Sono critico verso le religioni e le loro cecità, non sono avverso al senso di spiritualità ed alla preghiera. Parlerò anche di questo prima o poi, perchè chi mi sta vicino capisca esattamente cosa intendo (e che non sono un 'mangiapreti' e basta).
Siamo senza futuro. Ecco quindi che il nostro desiderio si arresta nel presente: meglio star bene e gratificarsi oggi se il domani non ha alcuna prospettiva!
Chi, come me, desidererebbe insegnare, dovrebbe esser conscio del fatto che si troverà davanti una generazione di adolescenti nati e vissuti in questo clima di 'mancanza di strade' e di riferimenti. Se ce ne sono, sembrerebbero essere comunque assolutamente effimeri ed obiettivamente insoddisfacenti. La mancanza di un futuro come promessa rende i ragazzi sordi alla voce di genitori, nsegnanti e qualsivoglia autorità (forze dell'ordine, preti, politici - la classe politica meriterebbe un discorso a parte).
A tutto ciò si aggiunga che le passioni tristi ed i sentimenti di disagio, già di per sè presenti, vengono perfino amplificati da un sistema (penso a quello discografico, per esempio) in questo particolarmente "sensibile". Come dice Jovanotti, sostanzialmente: 'un cartello di 6 metri dice "è tutto intorno a te", ma ti guardi intorno e non c'è niente'. E allora ecco che, nell'epoca della comunicazione e dei 500 sms gratuiti al giorno siamo più soli che mai, dinanzi alle nostre tv al plasma e ai nostri LCD da tremila euro (guadagnati ammazzandosi di straordinari in fabbrica o in ufficio).
La disperazione, allora, è in agguato. Tentiamo di sfuggirle correndo lontano e veloce sulle nostre All Star da 70 euro (un pezzo di tela da 70 euro). Siamo scoraggiati, (dalla corruzione e dalla disillusione politica), invasi (da spot inutili), martellati (dai creatori di falsi bisogni), ossessionati (dagli status-symbol).
L'apocalisse, che si chiami Bin Laden o buco nell'ozono, sembra alle porte. Questo ci avvilisce, come reagire?

Occorre recuperare un senso, un'umiltà ed un entusiasmo tutto particolare. Alla faccia di questo mondo in bianco e nero, direi.

E' un discorso lungo ed ambizioso, ma mi piacerebbe affrontarlo. Questo blog non vuole guarire i problemi dell'umanità, ma nasce in reazione a questi sentimenti di avvilimento e scoramento. Scrivere di politica, religione, filosofia, musica e cultura non è semplicemente un modo per stare a galla, ma è un modi di sentirsi vivi. Poichè, come dice un signore che ho conosciuto e che ha scritto un libretto di aforismi: "Vivere è una cosa molto difficile. Molti infatti si accontentano di essere qui".

Di cosa tratta questo blog?

Ciao,
ancora un blog. A che serviva? Forse è inutile, ma voglio provare a scrivere del mondo, di me e delle scienze umane. Tratterò di religione, di politica e di filosofia, ma nulla è escluso. La filosofia significa anche estetica, musica, poesia, narrativa, emozione. Tratterò anche di questo, proponendo brevi estratti da libri, riviste e riflessioni personali (non solo mie), su cui soffermarsi a riflettere e - spero - discutere.