7 mag 2010

Filosofia, etica e azione politica...

Il tema è infinito (lo so dalla mole di discussioni labirintiche sulla questione, che spesso ho intrattenuto con amici sia credenti, che nichilisti e cinici, che impegnati politicamente).

Tuttavia mi ha fatto riflettere questo brano di Martha Nussbaum, su cui sorrideranno compiaciute molte persone "realistiche" e diffidenti verso quella "ascesi" di stampo filosofico, che dall'alto del suo "distacco" non pensa alla semplice pagnotta da portare a casa.

"Nietzsche crede nella profonda unità tra la nostra natura fisica e quella spirituale, sostenendo che l'essere umano è un animale, e che abita senza residui il mondo naturale. E così appare particolarmente strano che, nella sua critica della compassione, Nietzsche si rifiuti di ammettere che gli esseri umani hanno bisogno dei beni esteriori per poter vivere"

Ma soprattutto:

"In tutto il suo lodare, alquanto astratto e romantico, la solitudine e l'ascetismo, non troviamo traccia della semplice verità che una persona affamata non può pensare bene, che chi non ha un riparo, le fondamentali cure mediche, e gli altri mezzi elementari per la vita, non è probabile divenga un filosofo o un artista che esprime se stesso, non importa quali siano i suoi talenti innati."

Nietzsche fa riflettere molto spesso, ed è uno scrittore della madonna. Ha guardato anche nel labirinto perverso della mente umana (e della società). Però a volte parla dall'alto di una posizione alquanto incompleta e "distaccata".
Numerose volte mi ha irritato dialogare con persone che parlando di "distacco dalle ansie di tutti i giorni", che ostentano un "menefreghismo" spinto di stampo nichilista. Un'irritazione, la mia, verso chi critica il vano affanno di chi difende l'acqua pubblica, l'istruzione pubblica, la sanità pubblica, i diritti sindacali, le politiche di welfare, il lavoro a tempo indeterminato; di chi si impegna contro l'emarginazione sociale, contro la miseria sociale in generale insomma..
Nella loro prospettiva, difendono una posizione pretesa come assoluta (nulla ha valore, solo i cazzi miei mi interessano), ma dimenticano il fatto che, se hai la possibilità di sperimentare e vivere l'arte; se puoi fare quello che ti pare; se puoi vivere tranquillamente, cullandoti nel tuo nichilismo post-moderno.. lo devi alla democrazia, al benessere (fittizio, lo so, ma tuttora comunque presente) preservato (per quanto ancora?) dall'attenzione sociale di alcuni. Se potremo speculare liberamente lo dovremo alla difesa dell'istruzione pubblica, per esempio. Se potremo avere il tempo di "fruire allegramente" delle arti più disparate lo dovremo al fatto che non dobbiamo lavorare 12 ore al giorno o emigrare ogni 2 mesi; al fatto che non dobbiamo fare la carità per poterci operare in ospedale. Eccetera.

E' come uno che dice: mi godo il panorama dal pontile, tanto ho avuto la fortuna di nascere Capitano. Dimenticando che sono i marinai a preparare il rancio. Dimenticando che ti puoi godere il panorama perchè stai navigando in esplorazione e, al momento, fortunatamente non sei in guerra e la tua imbarcazione può veleggiare tranquilla.

Che ne pensate?
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